Si avvicina la scadenza per il saldo 2024 e il primo acconto 2025 delle imposte sulla dichiarazione dei redditi.
Entro il 30 giugno lavoratori dipendenti e pensionati sono chiamati alla cassa, mentre le partite IVA che applicano gli ISA hanno tempo fino al 21 luglio 2025.
Questo per effetto del DL Fiscale n. 84/2025, che ha previsto nuove scadenze per alcune categorie di soggetti. Entriamo nei dettaglio.
Dichiarazione dei redditi, saldo e acconto: occhio alle date
Tra le scadenze fiscali del mese, dopo quella dell’IMU, da segnare in rosso vi è anche quella del 30 giugno 2025.
Entro questa data, i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi devono versare:
- il saldo IRPEF relativo all’anno d’imposta 2024;
- il primo acconto per l’anno d’imposta 2025, se dovuto.
È possibile posticipare il pagamento entro i 30 giorni successivi (quindi entro il 30 luglio 2025), applicando una maggiorazione dello 0,40% sull’importo da versare.
Il primo acconto 2025 segue le stesse scadenze del saldo. L’acconto va versato:
- in un’unica soluzione entro il 1° dicembre 2025 (poiché il 30 novembre cade di domenica), se l’importo è compreso tra 52 euro e 257,52 euro;
- in due rate, se l’importo è pari o superiore a 257,52 euro: prima rata del 40% entro il 30 giugno 2025, insieme al saldo; seconda rata del 60% entro il 1° dicembre 2025.
Partite IVA: nuove scadenze per saldo e acconto 2025
Con la pubblicazione del decreto fiscale n. 84/2025 in Gazzetta Ufficiale, diventa ufficiale la proroga per il saldo 2024 e primo acconto 2025 delle imposte sui redditi.
La scadenza originaria del 30 giugno viene posticipata al 21 luglio 2025 per le partite IVA che applicano gli ISA. Il nuovo termine riguarda i versamenti derivanti da dichiarazioni fiscali come redditi, IVA e IRAP.
Chi non riuscirà a rispettare la nuova scadenza potrà comunque effettuare il pagamento entro il 20 agosto 2025, applicando una maggiorazione dello 0,40% sull’importo dovuto.
La proroga si applica ai seguenti soggetti:
- contribuenti che applicano gli ISA o che ne sono esclusi per cause specifiche;
- titolari di partita IVA in regime di vantaggio o regime forfettario;
- soggetti che partecipano a società, associazioni o imprese che adottano gli ISA.
Restano escluse dalla proroga le persone fisiche che non esercitano attività d’impresa o lavoro autonomo.
Come pagare
I titolari di partita IVA devono effettuare il versamento:
- attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (“F24 web” o “F24 online”), usando Entratel o Fisconline;
- tramite internet banking di banche, Poste Italiane, agenti della riscossione e altri soggetti abilitati;
- per il tramite di intermediari abilitati (professionisti, CAF, associazioni di categoria).
I contribuenti non titolari di partita IVA possono:
- usare il modello F24 cartaceo;
- oppure pagare in via telematica, tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate o del sistema bancario/postale.
Chi intende compensare i propri crediti (ad esempio, da imposte sui redditi, addizionali, imposte sostitutive, IRAP o crediti indicati nel quadro RU), deve obbligatoriamente usare i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate per presentare il modello F24.