Conguaglio Irpef in busta paga: cos’è e come funziona?

Scritto da Elena Greco il 7 agosto 2018

Conguaglio Irpef del 730 in busta paga: ecco cos’è, come funziona e quando avvengono le operazioni di addebito o accredito per i lavoratori dipendenti e per i pensionati.

Conguaglio Irpef in busta paga: cos'è e come funziona?

Nella busta paga di luglio molti lavoratori dipendenti troveranno il conguaglio dell’Irpef a credito o a debito.

Le operazioni di conguaglio fiscale vengono effettuate dopo aver presentato il modello 730 in base alla situazione fiscale emersa in dichiarazione dei redditi.

Di seguito vedremo cos’è il conguaglio Irpef e, soprattutto, come funziona sia nei casi in cui è il Fisco a dover pagare (credito Irpef) che quando invece è il contribuente a dover cedere parte dello stipendio della propria busta paga all’Erario (debito Irpef).

Il conguaglio fiscale non interessa soltanto i lavoratori dipendenti ma anche i pensionati per i quali, tuttavia, le operazioni di accredito o addebito Irpef vengono effettuate con il cedolino pensione dell’INPS a partire dal mese di agosto o settembre.

Conguaglio Irpef in busta paga: cos’è e come funziona

Con la busta paga relativa alle competenze del mese di luglio, che viene quindi normalmente consegnata ad agosto, il datore di lavoro che opera come sostituto d’imposta è tenuto ad effettuare le operazioni di rimborso o addebito delle imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi.

In sostanza, il lavoratore troverà nella busta paga il rimborso delle maggiori imposte versate nel corso dell’anno e sarà inoltre erogato il rimborso Irpef delle detrazioni fiscali richieste (si pensi ad esempio alle spese di istruzione, alla detrazione di spese mediche e farmaci o alle spese di ristrutturazione).

Il rimborso fiscale del 730 è erogato direttamente in busta paga ai lavoratori dipendenti in quando il proprio datore di lavoro opera come sostituto d’imposta nei confronti dell’Erario. Stessa situazione per i pensionati, per i quali tuttavia le operazioni di addebito o accredito Irpef sono effettuate dall’INPS o dal diverso Ente previdenziale.

Per i contribuenti senza sostituto d’imposta, come i disoccupati ovvero i lavoratori domestici (colf, badanti e babysitter) rimborsi e addebiti Irpef sono effettuati direttamente dall’Agenzia delle Entrate e, in tal caso, i tempi sono di gran lunga più lunghi e si dovrà attendere almeno fino al mese di dicembre.

Conguaglio Irpef a debito: quando l’Irpef è scalata in busta paga

Nel caso sopra riportato si è parlato soltanto di “buone notizie”. Non sempre, tuttavia, il risultato contabile del modello 730 presenta una situazione a favore del contribuente ma, al contrario, sono sempre frequenti i casi di conguaglio Irpef a debito.

In tal caso, seguendo la stessa logica prevista per i rimborsi fiscali e gli stessi esempi sopra riportati per spiegare cos’è e come funziona il conguaglio Irpef, l’importo del debito relativo alle minori imposte versate nel corso dell’anno viene scalato in busta paga dal datore di lavoro in un’unica soluzione ovvero a rate.

Si parla di conguaglio Irpef a debito quando, ad esempio, alla fine dell’anno i redditi conseguiti sono superiori o inferiori ai limiti previsti per l’erogazione del bonus Renzi, il credito Irpef di 80 euro erogato direttamente sullo stipendio o sulla pensione. In tal caso l’importo verrà conguagliato in sede di dichiarazione dei redditi e recuperato in tutto o in parte qualora non si rientri tra i beneficiari.

In caso di debito eccessivo è possibile richiedere che il conguaglio del debito Irpef in busta paga o sulla pensione venga effettuato a rate, che in ogni caso dovranno essere pagate entro il termine massimo del mese di novembre.