Scadenza imposte dei redditi: prorogato il pagamento al 10 dicembre

Scritto da Guendalina Grossi il 26 novembre 2020

Scadenza imposte dei redditi: vediamo chi deve pagare entro il 10 dicembre 2020 e chi invece può beneficiare della proroga al 31 aprile 2021.

Scadenza imposte dei redditi: prorogato il pagamento al 10 dicembre

Scadenza imposta sui redditi: entro il 10 dicembre alcuni contribuenti titolari di partita IVA dovranno procedere al versamento.

Inizialmente la scadenze era stata fissata al 30 novembre, ma il MEF con un comunicato stampa del 27 novembre ha reso noto il rinvio dell’adempimento.

Si ricorda che il Decreto Agosto ha stabilito la proroga al 30 aprile 2021 per alcune categorie di contribuenti che sono stati maggiormente colpiti dall’emergenza Covid-2019, e che quindi hanno subito un calo del fatturato.

Successivamente il Decreto Ristori-bis ha eliminato il vincolo del calo di fatturato per le partite IVA che esercitano attività economiche particolarmente danneggiate dalle nuove restrizioni, se in zona rossa.

In più questo ha stabilito la proroga anche per i ristoranti che si trovano in zona arancione.

Ma vediamo nel dettaglio chi dovrà provvedere al versamento del secondo acconto Irpef, Ires, Irap e della altre imposte collegate.

Scadenza imposte dei redditi: ecco chi deve pagare entro il 30 novembre 2020

Entro il 10 dicembre i contribuenti dovranno provvedere al versamento della seconda o unica rata di acconto delle imposte sui redditi.

L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro:
  • la prima pari al 40% insieme al saldo,
  • la seconda entro il 30 novembre.

Si ricorda, invece, che per quanto riguarda la scadenza del 10 dicembre, inizialmente fissata al 30 novembre, non è prevista nessuna rateizzazione.

Proroga scadenza imposte dei redditi: chi può beneficiare della proroga al 30 aprile 2021

Il Decreto Agosto ha stabilito la proroga della scadenza per il versamento delle imposte dei redditi al 30 aprile 2021, ma solo per alcune categorie di contribuenti.

In particolare la proroga riguarda quei contribuenti che hanno subito una riduzione di fatturato o corrispettivi pari almeno al 33% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Successivamente è intervenuto anche il Decreto Ristori-bis che ha stabilito che le partite IVA che esercitano attività per le quali sono approvati gli ISA, la possibilità di accedere alla proroga del secondo acconto delle imposte sui redditi senza la verifica del calo di fatturato registrato.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i contribuenti che potranno beneficiare della proroga al 30 aprile 2021, senza il requisito del calo di fatturato.

Proroga scadenza imposte dei redditi: partite IVA in zona rossa e ristoranti in zona arancione

Come abbiamo già accennato il Decreto Ristori-bis ha previsto la proroga al 30 aprile 2021 del versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per quelle partite IVA che esercitano attività per le quali sono approvati gli ISA, anche se non hanno subito un calo del fatturato.

La proroga svincolata dalla perdita subita si applica nel caso di esercizio di attività incluse nei due elenchi dei codici ATECO allegati al decreto Ristori bis, ma a patto che la sede dell’attività rientri tra le zone rosse.

Le Regioni classificate, ai sensi del DPCM del 3 novembre 2020, con un livello di rischio alto e massima gravità sono attualmente le seguenti:

  • Lombardia
  • Piemonte
  • Calabria
  • Valle D’Aosta
  • Provincia Autonoma di Bolzano
  • Campania
  • Toscana
  • Abruzzo

Possono beneficiare della proroga del secondo acconto delle imposte sui redditi anche i ristoranti, senza il requisito del calo del fatturato, che si trovano in zona arancione.

Si ricorda che sia per la proroga relativa alle zone rosse che per quanto riguarda i ristoranti in zona arancione, a partite IVA ed intermediari è richiesto di monitorare costantemente l’eventuale modifica alla classificazione del rischio per il proprio territorio.

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