Dichiarazione dei redditi: 29 gennaio 2019, ultima scadenza per il ravvedimento operoso. Come presentarla e le sanzioni da pagare.
Il primo mese dell’anno è fitto di impegni per i contribuenti, e offre anche le ultime occasioni per ravvedersi. Se il 28 gennaio è stato l’ultimo giorno utile per presentare il ravvedimento dell’acconto IVA relativo al 2018, il 29 segna la scadenza ultima per l’invio della dichiarazione dei redditi 2018 tardiva.
Dichiarazione dei redditi: 29 gennaio 2019, ultima scadenza per il ravvedimento
I contribuenti hanno la possibilità effettuare la dichiarazione dei redditi in maniera tardiva e rivedere la propria dichiarazione. L’ultima scadenza per farlo, però, è il 29 gennaio 2019, data da segnare in rosso sul calendario fiscale.
Per chi provvede a correggere eventuali errori, si applica una sanzione minima di 250 euro, sanabile con ravvedimento operoso.
L’importo deve essere versato entro 90 giorni ed è pari alla sanzione ridotta a un decimo di quella ordinaria, che ammonta a 250 euro. Per chi si ravvede, dunque, ammonta a 25 euro.
Chi, invece, non coglierà nemmeno questa ultima occasione per presentare la dichiarazione dei redditi, sarà considerato tra i contribuenti che l’hanno omessa.
Da sottolineare, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella circolare numero 42/E del 2016, la sanzione ridotta di 25 euro va pagata per ogni dichiarazione. In altre parole, nel caso in cui il contribuente considerato si sia dimenticato di inviare la dichiarazione modello redditi e la dichiarazione Irap, la sanzione è pari a 50 euro (25 per singola dichiarazione) in caso di invio entro i 90 giorni successivi alla scadenza.
Dichiarazione dei redditi tardiva: come pagare la sanzione
Chi presenta una dichiarazione tardiva entro il 29 gennaio 2019, dunque, è tenuto a versare la sanzione dovuta. Può farlo utilizzando il modello F24 e indicando il codice tributo 8911.
L’invio di una dichiarazione tardiva potrebbe porre il problema di individuare l’anno di riferimento da indicare sul modello F24 relativo al versamento della sanzione.
Le vie possibili sono due:
- indicare l’anno in cui è stata commessa la violazione;
- indicare il periodo d’imposta di riferimento della dichiarazione presentata in maniera tardiva.
Il dubbio nasce in quanto dalle istruzioni presenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate, si evince che il riferimento da indicare deve essere l’anno di imposta in cui si effettua il pagamento, ma questa indicazione è in contrasto con altre istruzioni, che richiedono di indicare il periodo nel quale è stata commessa la violazione.
In questo senso, se la dichiarazione dei redditi 2018 viene inviata in ritardo rispetto al termine di scadenza ordinario (31 ottobre), si dovrà indicare come anno di riferimento il 2018 e codice tributo 8911.